Paese che vai usanze che trovi!

Augusto LacalaNews

Cosa fanno gli svedesi per sbarazzarsi delle cose della nonna e gli americani per liberare il garage, stipato dal vintage e ridare spazio all’auto ?

La vendita degli oggetti usati è un fenomeno in crescita, in tante parti del mondo, che risponde al grido d’allarme lanciato dai conti in rosso e che allo stesso tempo, fa respirare le discariche e le case.

Che sia in fiera, nei parchi o in garage, per fortuna “tutto il mondo è paese” in fatto di inventarsi pratiche a impatto zero.

Dagli USA arriva anche in Italia la moda del GARAGE SALE. Dopo i swap party, le feste dello scambio di oggetti vintage, inventate nel mondo anglofono ed esportate in tutto il globo, impazza, anche da noi, la vendita nel box auto.Che il garage sia di proprietà oppure affittato per l’occorrenza, poco importa: quando scatta l’ora X dello sgombero, gli americani svendono tutto in blocco, a prezzi vantaggiosissimi, a volte anche all’asta, pur di fare spazio e non sommergere le discariche.

Sono svedesi gli Ecoparchi meglio gestiti al mondo. I giardini pubblici di Goteborg in particolare si possono considerare un vero e proprio Eden del riuso. Artigiani, artisti e chiunque ci sappia fare con la manualità, è invitato nei giorni stabiliti dall’amministrazione comunale, a mettere le mani sugli oggetti usati, portati al parco e trasformarli, restituendo loro una seconda vita in cambio di un po’ di pubblicità.

In Belgio, invece si sono inventati i supermercati dell’usato a scopo benefico. Si chiama Kringwinkel ed è la catena specializzata nella vendita al dettaglio di oggetti di seconda mano. Tutta merce di qualità, garantita dalla catena stessa, che fornisce anche il servizio di prelievo, purchè la merce sia in buono stato. Mobili, accessori, attrezzatura meccanica, giocattoli tutto viene rivenduto a prezzo da mercatino ed il ricavato servità per la lotta alla disoccupazione.

In Italia non siamo da meno. La realtà nostrana in fatto di riuso è poliedrica, ma si racconta con tre lettere O.N.U: la rete degli operatori dell’usato, di cui Bidonville è socia fondatrice e che comprende associazioni, fiere, mercatini, negozi in conto terzi e cooperative sociali. Un esempio dell’attivismo sul territorio è Re-BIT un progetto di riassemblaggio pc, per salvare i vecchi computer dal cassonetto e rimetterli in sesto donandoli a scuole e biblioteche . Organizzato dall’Università Partheope di Napoli insieme a Legambiente,  Ecotech e Bidonville, il progetto punta anche all’educazione dei giovanissimi contro la pratica dell’usa e getta, molto sentita in ambito tecnologico e contro la moda dilagante dell’acquisto del falso; un po’ come dire:

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