L’impagliasedie e l’arte di riannodare i fili per mettere a posto le cose

Augusto LacalaNews

impagliasedie

“Buttar via è un brutto vizio prima affidati al buon Patrizio!” con questo slogan da più di 25 anni Patrizio Balestriere, artigiano della Fiera del Baratto e dell’Usato, riannoda letteralmente i fili di un mestiere in via d’estinzione: l’impagliasedie.
Il c’era una volta nel mondo dei lavori manuali, comprende una lunga lista di occupazioni, di cui spesso a stento si ricordano i nomi. Nell’epoca dell’usa e getta, prendersi la briga di portare ad aggiustare le cose è ritenuta fatica sprecata. Basta chiamare l’Asia e ci si libera di quel che non serve più. Eppure qualche artigiano illuminato, ancora resiste e continua a difendere la sapienza del tempo che fu, costruendo barricate fatte di passione e tecniche ereditate dai nonni.

Patrizio è uno di loro : non un impagliasedie qualsiasi, ma “l’impagliasedie!”: quello per antonomasia, come ama definirsi perché la sua famiglia nel settore ci sta da 4 generazioni, anche se la bottega in via Ernesto Cesaro, vicino alla fermata della Circumflegrea di La Trencia, è molto più recente.
« Quante sedute si rompono in un anno in una famiglia? – ci racconta il nostro amico impagliatore- Nei secoli scorsi a ricamare il vimini per riparare la mobilia erano soprattutto le massaie, che tra una faccenda e l’altra, arrotondavano con un secondo mestiere, fatto per lo più in casa.»

La bottega, quindi,  è venuta dopo per realizzare il sogno di un bambino che vedeva la nonna ricamare con la paglia e oggi, visto che pochi lo sanno fare, si ritrova un’attività avviata.

Spruoccolo e mani: per aggiustare le viennesi e le thonet, non servono costosi macchinari, ma solo passione e pazienza. Si comincia col ripulire il legno e il vimini da polvere e muffa, poi si stringono tutte le viti, per far tornare le sedie robuste come una volta e solo dopo aver rimesso a nuovo la struttura, si comincia a lavorare sui fili.

In realtà le sedie che ripara Patrizio, hanno la seduta fatta di un unico spago: 7-10 metri di paglia da intrecciare come la trama di una stoffa e reinserire nei fori della seduta con lo spruoccolo, un punzone che sostituisce i rametti di legno di una volta.

Il clienti tipo della bottega di via Cesaro, però non sono tutti nonnini nostalgici.
«Anche i giovani, per fortuna, cominciano a rendersi conto che un garage può nascondere grandi tesori- ci racconta il nostro impagliasedie- e spesso a portarmi ricordi da aggiustare, sono addirittura artisti o giovani architetti, che creano vere opere innovative a partire dall’antica tecnica di intreccio.»

Per riparare una sedia antica ci vogliono circa 4 ore e …40 euro, ma il risultato è che un pezzo da collezione di più di 100 anni, dopo un restauro fatto a mestiere, può durarne altri 100 e continuare ad acquistare valore.

«Non credo che sarò mai ricco sfondato- conclude Bencivenga- questo è un mestiere che si fa per amore delle cose e della storia, delle mani che si muovono lungo la tela di paglia e di chi ci ha insegnato a rimettere a posto le cose, riannodando i fili del discorso. Sto investendo tante energie nel mio lavoro: la mia speranza è che i vecchi mestieri possano continuare a regalare dignità, in un’epoca in cui di lavoro ce n’è troppo poco, ma soprattutto il mio sogno è che mia nonna che non c’è più e che mi ha trasmesso la sua passione, sia fiera di me!»