7 usi green della canapa: che non c’entrano niente col farsi una canna!

Augusto LacalaNews

canapa coltivazione

Quando si dice canapa, immediatamente la mente va allo sballo del sabato sera: a quel principio attivo, che può fungere da stupefacente e che tanti problemi ha creato alla diffusione di una coltura che invece ha molto da dare al pianeta. Ecco 7 usi green della canapa, che la trasformano nella pianta del futuro.

1)Edilizia. Mixata con calce o cemento la canapa è un materiale da costruzione molto resistente, è un ottimo isolante termico che consente un risparmio notevole in termini di energia, è biodegradabile e soprattutto assorbe la CO2 dall’ambiente esterno.

2) Biorisanamento. Grazie alla sua azione assorbente la pianta di canapa può essere utilizzata per bonificare i terreni situati in zone ad alto tasso di inquinamento, aiutandoli a recuperare la fertilità perduta e trattenendo il carbonio presente sia nell’aria che nel terreno

3) Bioplastiche. Con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso un processo industriale a basso impatto ambientale, si possono ottenere materiali plastici pienamente degradabili da usare come imballaggi e isolanti.

4) Carta. Sempre dalla cellulosa della canapa si può ottenere un materiale cartaceo molto resistente che non viene attaccato dalle muffe e, oltre ad essere biodegradabile, richiede un minor uso di prodotti chimici nella sua lavorazione. La canapa inoltre cresce velocemente, quindi il suo utilizzo potrebbe contrastare il disboscamento globale

5)Biocombustibili. La canapa è considerata uno dei carburanti del futuro. Non solo come alternativa al petrolio che è una risorsa non rinnovabile, ma anche perché dai suoi scarti di lavorazione si può produrre un diesel biodegradabile e soprattutto in grado di assorbire, durante la coltivazione, tanta anidride carbonica quanta se ne produrrà durante la combustione.

6) Legno. Dalla parte più coriacea del fusto della canapa è possibile realizzare pannelli simili a quelli di legno, che necessitano di pochi additivi chimici nella lavorazione e molto resistenti alle deformazioni per umidità.

Sapevate che la prima vettura ecologica fu progettata da Hanry Ford addirittura nel 1941 e che il disegno originale prevedeva l’uso di fibra di canapa sia per il telaio dell’auto che per il combustibile?

Ma allora perché non si ricomincia a produrre in maniera industriale una pianta che ha visto proprio in Campania una filiera fiorente fino al Dopoguerra? La paura di una strumentalizzazione che semplifichi gli usi illegali di questa coltivazione, tarpa le ali ad un’industria che in Italia (un tempo secondo produttore al mondo di canapa) oggi stenta a decollare. Il proibizionismo e i pregiudizi, insomma, servono solo a dar vita a leggi miopi, che non tengono conto delle esigenze del territorio: proprio come è avvenuto per il mondo del riuso, regolamentato ancora da provvedimenti che non fanno distinzione col mercato del nuovo.

Noi di Bidonville, crediamo che il lavoro e il controllo sul territorio siano le uniche armi per neutralizzare la criminalità organizzata e speriamo che le leggi europee sempre più attente alla riduzione dell’impatto ambientale, diano nuovo impulso a settori, come la canapicoltura e il riuso, che potrebbero portare occupazione e benessere soprattutto al Sud Italia.