La nuova vita degli oggetti: l’economia del riuso, passo dopo passo

Augusto LacalaEtica-mente

dare una nuova vita agli oggetti con l'economia del riuso

Quando si parla in termini economici di baratto, usato o riciclo c’è sempre chi storce il naso. Queste stesse persone, però, nel momento in cui danno un’occhiata ai dati che l’economia del riuso (anche detta economia circolare) produce diventano molto curiose. Sarà forse il fatto che, solo per citare un numero, questa produca circa 580mila nuovi posti di lavoro?

La possibilità di dare nuova vita agli oggetti fa bene all’ambiente (e alla tasca). L’impatto positivo che l’economia del riuso ha su quella totale è cristallino. Non si scherza quando si parla di numeri:

  • 12.5 milioni di tonnellate di CO2 che l’economia del riuso evita di immettere nell’ambiente (fonte Schibsted Media Group),
  • 18 miliardi di euro di valore netto prodotto solo in Italia (fonte Doxa).

Nel corso degli anni abbiamo fatto passi da gigante verso la pratica del riciclo di carta, plastica ed alluminio. La raccolta differenziata è diventata parte integrante della nostra vita. Ma cosa succede quando quello che devi gettare nell’immondizia non è una rivista o una lattina?

L’Italia è un paese ancora molto legato ad una cultura in cui il conservare viene messo in secondo piano rispetto al gettare via. Quasi tutti gli oggetti che abbiamo in casa ad un certo punto finiranno nei rifiuti. Questo succede perché nella maggior parte dei casi riparare quell’oggetto richiede uno sforzo economico e di tempo maggiore del comprarne uno nuovo. Qualcosa però sta cambiando: la compravendita dell’usato, il riciclo creativo e tutte le altre pratiche che coinvolgono la fileria del riutilizzo stanno convergendo verso l’unico ideale, che è quello per cui la Second Hand Economy sarà la salvezza di questo pianeta (e del portafogli). Questo accade per i motivi più differenti:

  • il 40% delle persone lo ritiene un modo pratico per liberarsi di ciò che non serve più;
  • il 18% lo fa per proteggere l’ambiente;
  • circa il 33% delle persone ritiene che comprare cose nuove sia uno spreco di risorse.

Siamo ancora molto legati ad una cultura in cui il conservare viene messo in secondo piano rispetto al gettare via. Quasi tutti gli oggetti che abbiamo in casa ad un certo punto finiranno nei rifiuti. Questo succede perché nella maggior parte dei casi riparare quell’oggetto richiede uno sforzo economico e di tempo maggiore del comprarne uno nuovo.

Perché scegliere l’economia del riuso

Molti degli oggetti che si hanno, una volta rotti non potranno essere riparati ad un prezzo accessibile. Anche smaltirli (pensa ad un televisore o una lavatrice) avrebbe dei costi molto alti. Cosa si può fare allora?

Creare un’industria che si occupi questa problematica (traendone anche un discreto guadagno) è possibile. Per risolvere davvero il problema, è necessario abbracciare un’economia del riuso in cui è possibile dare una seconda vita agli oggetti e alle loro componenti.

Come funziona l’economia del riuso

L’economia del riuso si basa sull’idea che ogni cosa deve avere uno scopo per l’intera durata della sua esistenza. Il traguardo è arrivare alla produzione di cose che non vengono mai gettate in discarica, ma semplicemente riutilizzate per altro.

Questo non è solo un traguardo che fa bene al pianeta poiché preserva le materie prime. Produrre usando materiali e componenti provenienti dal ciclo di riutilizzo, riciclo e recupero abbatte i costi di produzione. Ecco quali sono i passi per arrivare a sfruttare al meglio l’economia del riuso.

Investire nella riparazione delle cose

Il costo elevato per riparare le cose deriva da tanti fattori, uno di questi è che molte compagnie preferiscono non investire nei centri riparazione. Questo è da sempre un po’ il braccio di ferro tra industria e consumatori. Le compagnie non investono in un progetto senza avere prima una grande richiesta; i consumatori vorrebbero vedere un sistema migliore prima di investire in una riparazione.

Un sistema più solido e semplice abbatterebbe i costi e incoraggerebbe le persone a scegliere di riparare un oggetto piuttosto che buttarlo via. Se il costo delle riparazioni si abbassasse ed usufruirne diventasse più semplice, aggiustare le cose diventerebbe una pratica comune.

Costruire cose che durino

“Prima le cose erano fatte per durare”. Quante volte te lo sei detto? La maggior parte degli oggetti che abbiamo in casa potrebbe essere costruita in modo migliore, usando componenti di qualità che allungherebbero di molto la vita delle cose.

Anche se questo farebbe aumentare il prezzo del singolo oggetto, non va visto come un passo indietro, ma come un passo avanti. Se una cosa dura di più si creano:

  • meno rifiuti
  • meno richiesta di nuove produzioni e quindi minor sfruttamento di risorse

Inoltre, quando un oggetto ci è costato un po’ di più ma è durato nel tempo, siamo più propensi a ripararlo.

Progettare le cose affinché possano essere smontate

La difficoltà di smontaggio delle cose è uno dei maggiori fattori che rema contro l’economia del riuso. Sono davvero pochi gli oggetti che possono essere smontati con la stessa facilità di quando sono stati assemblati. Questo rende arduo e costoso lo smistamento di materiali e componenti nel momento in cui vengono riciclati.

La soluzione è relativamente semplice. Progettare le cose in modo che possano venire scomposte con facilità, rendendo svantaggioso a livello economico il gettarle via.

Anche se i passi che portano ad una vera economia circolare partono tutti dalle industrie, il nostro ruolo non è assolutamente secondario. In realtà siamo la chiave di questo cambiamento. Sono le scelte che facciamo quando compriamo a decidere come l’industria si muoverà. Se il riuso è qualcosa a cui tieni, allora supporta quelle compagnie che fanno uno sforzo verso l’economia del riuso e fai sempre valere il tuo potere di consumatore.